Anche Slow Food Calabria dice no alle trivelle invitando tutti a recarsi alle urne il 17 aprile per votare SI al referendum popolare per chiedere l’abrogazione del comma 17 dell’art. 6, relativo al DdL n. 152 del 3 aprile 2006 sulle normative ambientali. In particolare, saremo chiamati ad esprimere la contrarietà sulle trivellazioni nei nostri mari e, di conseguenza, sulla tutela dell’ambiente. Il 17 aprile, quindi, rappresenta un crocevia importante per la tutela delle nostre coste e del nostro mare e per il rilancio della nostra già debole economia.
Slow Food, infatti, è una associazione internazionale non profit la cui mission è quella di ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Ecco perché ci schieriamo contro le trivelle in mare a favore della tutela dell’ambiente ritenendo importante votare SI per l’abrogazione di una legge che, non solo danneggia una delle risorse della nostra Penisola come il mare, ma favorisce, dal punto di vista economico, solo pochi. Tutto ciò a discapito del nostro già martoriato territorio.
È nostro dovere far sì che le trivelle vengano fermate entro 12 miglia dalla costa impedendo che si rinnovino le concessioni di quei giacimenti che esistono al largo delle nostre coste.
Accanto a questo, non bisogna dimenticare che il referendum del 17 riveste una particolare importanza per la nostra regione in quanto il nostro territorio potrebbe puntare sul turismo per il rilancio della sua già debole economia che invece potrebbe avere ripercussioni negative a causa dei danni che ne deriverebbero per la pesca per la presenza delle trivelle.
Votare SI al referendum, poi, da un lato significa esprimere il proprio disappunto per la devastazione delle risorse naturali e per una politica energetica basata sul fossile a discapito di quella “pulita” e dall’altro intende dire basta ad una politica di imposizione da parte del Governo nazionale che non tiene conto di quelle che sono le istanze e le esigenze dei territori, specie di quelli periferici.