Forte la propensione al “SI” tra i votanti, ma scarsa l’affluenza nel meridione, eccezion fatta per la Basilicata che supera la soglia minima del 50 per cento, segno che l’inchiesta sul petrolio ha pesato nelle decisioni degli elettori.
Tra le regioni che hanno fatto registrare il maggior numero di assenti alle urne, la Calabria ne è l’esempio. In un territorio con 800 Km di costa, ricco di piattaforme e giacimenti, la popolazione ha deciso di glissare sull’argomento, propendendo per l’astensione e favorendo a sua volta il fronte del “NO”.
Con il 26.74% la Calabria è stata la terzultima regione in Italia per affluenza, dietro solo alla Campania e al Trentino Alto Adige.
Venendo ai singoli territori, la provincia con la più bassa affluenza è stata quella di Reggio Calabria, con il 22,20%; nella città dello Stretto l’intero gruppo PD in consiglio comunale, sindaco in primis, non solo non si è mai espresso pubblicamente in materia referendaria, ma in massa ha optato per l’astensionismo. Seguono Vibo Valentia (23,07%), Crotone (24,23%), Cosenza (29,95%) e Catanzaro (29,64%).
A Cosenza, nonostante l’invito ad andare a votare da parte dell’ex sindaco Mario Occhiuto, forse il bel tempo ha indotto molta gente a disertare le urne.
Paradossale la situazione di Crotone, dove regna forte la questione legata alla bonifica, poco più del 24% degli elettori hanno espresso il loro voto, tra l’altro con la difficoltà dovuta allo spostamento dei seggi, senza che ne fosse stata data comunicazione.
Anche a Catanzaro vince l’astensionismo; nel capoluogo di regione ha votato il 32,4%. Nella provincia solo ad Amaroni il quorum è stato superato con il 51,16%. Un risultato da attribuire all’amaronese Arturo Bova, consigliere regionale e delegato per il referendum della Regione Calabria.
A Soverato, terza città della provincia per numero di abitanti, la percentuale si attesta al 35,94, un dato non così basso se rapportato alla media regionale e a quello delle altre città calabresi, ma discutibile se pensiamo che la cittadina ionica gode di uno dei tratti più belli della costa ionica e che dovrebbe fare del mare la sua fonte di ricchezza. Qui si sono recati alle urne 2.737 su 7.616 aventi diritto. Un dato, dicevamo, relativamente alto grazie anche al lavoro certosino del Comitato NO TRIV Basso Ionio coordinato da Guerino Nisticò, Francesco Rotondo e Mimmo Commisso, supportato dall’amministrazione comunale.
Rosy Urso